«La soluzione adesso è quella di stare fermi. State fermi, uscite il meno possibile. Uscite soltanto se c’è veramente bisogno. Si tratta di due mesi. Due mesi e siamo di là, perché poi arriva la buona stagione». Nel suo appello a DiMartedì, andato in onda su La7 lo scorso 9 marzo, la virologa Ilaria Capua ha sottolineato come la riduzione al minimo della mobilità possa essere una soluzione efficace per arginare il problema del Covid-19 in Italia. Alla domanda del conduttore Giovanni Floris sulla necessità di un nuovo lockdown nazionale, la virologa ha poi risposto: «Non serve. Io sono ottimista. Il vaccino sta facendo miracoli e noi ci dobbiamo credere. Dobbiamo stringere i denti fino a quando non arriveremo ad avere una buona percentuale della popolazione di fragili vaccinati. A quel punto si svuoteranno gli ospedali e tutto, quasi come per miracolo, tornerà nella direzione giusta».
La virologa Ilaria Capua: Covid-19 in altri Paesi fermato con misure estreme
Nel corso della trasmissione di La7, la virologa Ilaria Capua ha poi ricordato la difficoltà della lotta al virus. In particolare, la professoressa si è soffermata su come il Covid-19 sia stato rallentato solo dai Paesi che hanno applicato misure drastiche: «Non è che non siamo stati noi a fermare la corsa del virus, non c’è riuscito nessuno, se non i Paesi che hanno applicato misure estreme. Altro che le persone in Italia che si lamentano per le restrizioni alla propria libertà! Lo stesso vale per i Paesi che hanno una situazione particolare, come la Nuova Zelanda. Cerchiamo di fare paragoni con i nostri vicini. Il vulnus di questa tragedia è che all’inizio non c’ha creduto nessuno e quindi si è perso tempo».
Come ripetuto in diverse occasioni dalla Capua, a salvarci dal Covid-19 sarà proprio quello che lei stessa ha chiamato il “miracolo dei vaccini“. Purtroppo i recenti problemi con AstraZeneca e il ritiro di alcuni lotti in Italia e in altri Paesi europei, potrebbero rallentare ulteriormente i tempi per le somministrazioni. Dall’altro lato, l’EMA ha appena dato il via libera alla commercializzazione del vaccino Johnson&Johnson. Entro il prossimo 3 aprile, l’Italia dovrebbe ricevere le prime 6,5 milioni di dosi (delle 7,3 milioni di dosi previste inizialmente). Essendo monodose, quindi senza richiamo, questo nuovo farmaco potrebbe essere importantissimo per il piano vaccini. Se a questo si aggiunge che nel secondo trimestre, tra Pfizer, AstraZeneca, Moderna e Johnson&Johnson l’Italia riceverà un totale di 36,8 milioni di dosi, il miracolo tanto sperato dalla virologa Ilaria Capua e dall’Italia intera si potrebbe realizzare anche entro la fine dell’estate.