La terza ondata è vicina, ma l’Italia non può permettersi un nuovo lockdown

I numeri non sono rassicuranti, e c’è chi parla già di terza ondata. Oppure, di una seconda ondata mai finita. Nelle ultime ore a fare il giro del web sono state le dichiarazioni di Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, che ha parlato di un lockdown necessario ma impossibile.

terza ondata - miozzo
“Workshop annuale – Programma riduzione rischio / 2019” by Dipartimento Protezione Civile is licensed under CC BY 2.0

Terza ondata, le parole di Miozzo

La curva epidemiologica non intende calare. Il tasso di positività oscilla intorno al 13%, le terapie intensive salgono, e il Governo sta lavorando ai provvedimenti che disegneranno l’Italia a partire dal 16 gennaio. Nel frattempo, gli esperti sono concordi: non si può abbassare la guardia. Come ha spiegato Agostino Miozzo, “l’immunità di gregge non arriverà prima dell’estate. Per questo è fondamentale non abbassare la guardia”. Secondo il coordinatore del Cts, le restrizioni imposte agli italiani (seppure non amate) hanno dimostrato la loro efficacia. Le regioni sottoposte a misure più severe hanno visto “un calo significativo dell’incidenza della malattia”, al contrario delle regioni che hanno adottato una linea più morbida. E la terza ondata?

terza ondata - conte
Ph. © Giuseppe Conte

Miozzo ne è certo: «Ce la aspettiamo per la fine della prossima settimana. Purtroppo, dopo un anno di restrizioni larghe, strette, di provvedimenti rigorosi e meno rigorosi, il Paese è in grande sofferenza. Alcune categorie sono alla disperazione: spettacolo, turismo, ristorazione, sport. Quindi, pur rendendoci conto che ovviamente la soluzione migliore sarebbe quella che abbiamo preso a marzo-aprile, ovvero il lockdown totale e nazionale, non possiamo più farlo» ha detto a Il Messaggero. A spaventare gli esperti, più di tutto, è l’aggregazione nascosta. Sono i ritrovi nelle case, tra amici e parenti, che non si possono controllare e per i quali ci si appella solo al buon senso. Un buon senso indispensabile, considerato come la campagna vaccinale sia solo agli inizi e la luce in fondo al tunnel lontana. Tanto che, secondo il direttore scientifico del’Istituto nazionale malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” Giuseppe Ippolito, almeno fino al primo trimestre 2022 dovremo fare i conti con il Coronavirus.

Conte: “Servono altri sacrifici”

Di terza ondata ha parlato anche il premier Conte, chiedendo agli italiani nuovi sacrifici. Nel frattempo il governo lavora ad altri provvedimenti: ha confermato il coprifuoco dalle 22.00 alle 5.00, e ha prolungato lo stato d’emergenza al 30 aprile 2021. Cosa succederà dal 16 gennaio, saranno poi gli Rt delle singole regioni a definirlo. Si parla di fascia bianca con Rt inferiore a 0,5: in quelle condizioni tutto verrà aperto, palestre comprese, ma nessuna regione si avvicina oggi ad un Rt così basso. Entrare nella zona rossa, al contrario, sarà più semplice. Secondo le ultime notizie, questa scatterebbe in automatico al raggiungimento di 250 casi ogni 100mila abitanti. Un’ipotesi, questa, che non piace alle regioni. Il futuro dell’Italia non lo si conosce ancora, dunque. Non si conoscono i dettagli del nuovo dpcm, che resterà in vigore 30 o forse 45 giorni. Solo una cosa è certa: scongiurare la terza ondata, o perlomeno limitarne i danni, è la priorità.

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