Subiaco - Monastero di Santa Scolastica

La soglia del Paradiso è a Subiaco

Il fascino immortale di Subiaco, tra i borghi più intriganti del Lazio e d’Italia, è di quelli in grado di stregare un poeta del calibro di Petrarca. Un tale spettacolo da spingere l’autore a ritenere d’essere giunto in Paradiso. Basti questo a comprendere il motivo per il quale ancora oggi turisti da tutto il mondo giungano in questo luogo. Dal fiume Aniene agli affreschi della Biblioteca Nazionale, ecco i tesori da scoprire in questo borgo.

La storia di Subiaco

Subiaco deve il suo nome alla posizione in cui si trova. Neanche a dirlo, vi è una derivazione latina, traducibile con “sotto i laghi”. Il riferimento va ai tre laghi artificiali generati dallo sbarramento del fiume Aniene. La sua storia affonda le radici nel 55 d.C., quando l’imperatore Nerone decise di sfruttare una serie di dighe per ottenere degli specchi d’acqua artificiali. Un arricchimento della villa realizzata sulla riva destra dell’Aniene, di cui oggi non ci restano altro che ruderi.

Subiaco - Monastero di San Benedetto
Subiaco – Monastero di San Benedetto – Fonte: High Contrast CC BY 3.0

Un’area legata a Benedetto da Norcia, che in questo luogo vi rimase appena tre anni, conducendo una vita eremitica. Il suo esempio venne però seguito da altri, fino alla realizzazione di ben tredici monasteri nel corso di tre decenni. Di questo tesoro non resta, però, altro che un unico esempio: il monastero di Santa Scolastica. Un tesoro tutto da scoprire, con il suo giardino interno caratterizzato da un arco gotico monumentale, gli splendidi affreschi e una Biblioteca Nazionale che vanta manoscritti e pergamene, così come i primi esempi di incunaboli italiani.

veduta di Subiaco
Subiaco – Fonte: Livioandronico2013 CC BY-SA 4.0

La descrizione perfetta di Subiaco giunge da Petrarca, come indicato in precedenza. Si riferì al borgo come alla “soglia del Paradiso”. Tutto ciò scaturito dall’ingresso nel monastero, in grado di togliergli il fiato. Oltre al suo monastero, il borgo offre altri luoghi da ammirare. Partendo proprio dal luogo di culto, ci si può dirigere verso la grotta, che la tradizione vuole come il luogo in cui si ritirò Benedetto da Norcia. Al suo interno vi è la statua del santo. Vi è inoltre una scala a chiocciola che conduce alla cappella di San Gregorio, decorata con affreschi del 1228. Presso la grotta dei pastori si trova l’affresco della Madonna con Bambino e Santi, il più antico del monastero.

Cosa fare a Subiaco

La sua ricca e antica storia non può che attirare turisti, allietati però anche da un gran numero di attività da poter svolgere. Il borgo è immerso nella natura, il che consente di cimentarsi in escursioni da sogno, sulle rive dell’Aniene e non solo. Il fiume consente anche di provare il rafting, così come un giro in canoa o in kayak. Le placide acque permettono anche la pesca della trota. Tutto ciò permette al settore del turismo di restare vivo tutto l’anno, anche se in molti preferiscono recarsi presso Subiaco in determinati periodi dell’anno.

Subiaco, gara fiume Aniene
Subiaco, gara fiume Aniene – Fonte: facebook.com/ComuneSubiaco/

Questi coincidono con delle festività molto attese. Basti pensare alla Festa di San Lorenzo il 10 agosto, che celebra la nascita del borgo nel 937. Il 14 agosto, invece, si tiene una festa medioevale, con processioni in partenza dalle chiese di Santa Maria della Valle e di Sant’Andrea. Dal 20 al 22 marzo, infine, si festeggia il patrono di Subiaco, San Benedetto, con spettacoli, eventi e un caratteristico mercatino presso la via dei monasteri.

I piatti tipici

L’Italia è terra ricca di tradizioni culinarie. Subiaco non fa eccezione. A tavola si registra un grande legame con l’attività pastorale. Ecco dunque uno dei piatti più noti: “ju pappaciuccu”. Si tratta di una pietanza con cavoli neri lessati e impastati con pizza di granoturco e pane raffermo. A ciò si aggiungono i “frascaregli”, ovvero gnocchetti di farina bianca con pomodoro, aglio, olio, prezzemolo, peperoncino, alici e polenta. Molto ricercato anche il “subiachino”; ovvero un biscotto a base di mandorla ricoperto di glassa.

Fonte fotografia in evidenza: Subiaco – Monastero di Santa Scolastica – Fonte: Livioandronico2013 CC BY-SA 4.0

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