La strage di Ustica evoca ricordi personali. La sera del 27 giugno 1980 eravamo a Cagliari con le navi della I Divisione Navale della Marina Militare Italiana; sul CT Audace andammo a dormire avendo a fianco l’Incrociatore A.Doria: la mattina non c’era piu’. “E’ caduto un aereo di linea, il Doria e’ andato a portare i soccorsi”, questa fu la notizia che ci rese edotti di quello che sarebbe diventato uno dei tanti misteri italiani.
Si suole dire che l’Italia non ha segreti: ha, solo, tanti misteri. La strage di Ustica e’ uno di questi. Il DC9 del volo Itavia Bologna – Palermo alle 20.59 del 27 giugno 1980 scomparve dagli schermi radar del controllo del traffico aereo ed interruppe bruscamente le comunicazioni. 81 vite bruciate in un attimo senza che da allora sia emersa una certezza. Collisione, cedimento strutturale, bomba interna, attacco con armi dall’esterno: queste furono le ipotesi sulle quali da subito si interrogarono i tecnici incaricati di trovare la verita’. Le prime tre cause furono escluse anche a seguito del recupero dei corpi delle vittime rinvenuti in mare e del relitto che avvenne negli anni 1987-91 su fondali di oltre 3000 metri. Rimane la pista dell’attacco portato dall’esterno. Le domande che rimangono senza risposta e’: da chi ? contro chi ? Il mistero e’ fitto. Una coltre di depistaggi ha coperto tutta la vicenda. Pagine dei registri radar di Marsala, Licola e Poggio Ballone asportate, testimonianze degli operatori del controllo aereo piene di ‘non ricordo’. Purtoppo dobbiamo parlare anche di qualche morte sospetta tra i detti operatori. Una trama oscura degna delle fiction piu’ perverse di spionaggio militare. Negli anni seguenti qualche voce avanzo’ teorie che hanno solo confuse le idee. Nel 1992 il giornalista Nino Tilotta su L’Ora pubblica “Battaglia aerea poi la tragedia” nella quale descrive uno scenario di guerra USA – Libia. Nel 1994 l’ ex agente del Mossad Victor Ostrovsky nel libro “The other side of deception” varia lo schema presentandolo come uno scontro Isreale –Libia. Nel 2007 il presidente emerito Cossiga afferma che furono i caccia francesi a colpire il volo Itavia nell’atto di attaccare un aereo libico. A questo punto sembra rimanere consolidato il fatto che la Libia era l’oggetto di un’aggressione finite in tragedia per il DC9 italiano.
Le indagini giudiziarie
Con un tale spiegamento di coperture politico – militari la magistratura non pote’ fare molto per arrivare ad una verita’ sulla strage di Ustica. Nel 1999 ci fu il ‘non luogo a procedere’ nei confronti dei responsabili. Un processo, iniziato nel 2000, per colpire i depistaggi si concluse con le assoluzione degli imputati. L’unico pronunciamento dei Tribunali a favore delle vittime fu la sentenza, ad oltre 30 anni dal fatto, che condanno’ il Ministero dei Trasporti e della Difesa ad un risarcimento nei confronti dei familiari delle vittime. Un sentenza in sede civile che ammise che l’aereo cadde per una violazione della sicurezza dei cieli in carico ai ministeri convenuti.
Era il 1980: poche settimane dopo un aereo militare libico cadde sulla Sila, poco piu’ di un mese dopo a Bologna esplose la Stazione Ferroviaria. Pochi segreti, molti misteri.