Dal nostro blog itSanbenedettodeltronto
San Benedetto del Tronto vanta un legame forte e radicato con la cultura marinara. Infatti, l’evoluzione di San Benedetto da borgo a città di mare ha consolidato l’identità della città stessa. Da qui la valorizzazione di consuetudini, tradizioni, costumi, usanze che affondano le proprie radici nelle origini del territorio. Ogni città, ogni paesino ha da raccontare antiche leggende o misteri legati al folclore. Così come i mestieri arcaici si legano all’arte della cucina.
Riscoprire gli antichi mestieri
Conoscere l’artigianato e i mestieri antichi del territorio ne permette la riscoperta e la valorizzazione da parte delle generazioni presenti e future. Si tratta di mestieri della tradizione che ancora oggi sopravvivono tra i vicoli della città come forma di conoscenza delle proprie radici. In particolare, un mestiere delle arti e delle professioni fondamentali nella cultura civica di San Benedetto del Tronto è quello di funaio. E’ un mestiere che appartiene principalmente al mondo della pesca. Il funaio lavorava la canapa, materiale fondamentale per la realizzazione di funi e reti.
San Benedetto del Tronto, le leggende tra mare e montagna
La città di San Benedetto del Tronto è ricca di leggende che la raccontano. Conoscerle ci aiuta ad approfondire la conoscenza delle sue origini. Spesso si parte da una storia vera che poi viene tramandata oralmente e, nei vari passaggi, si aggiungono sempre nuovi dettagli dal contenuto quasi inverosimile. Le sue leggende si dividono tra quelle che nascono proprio dal mare e quelle che vivono nascoste tra i fitti boschi delle montagne picene. La più famosa è la leggenda della Sibilla Cumana, donna dotata di poteri divinatori. In particolare, è in grado di fare predizioni in forma oscura e la tradizione vuole sia vissuta in una grotta. Pare sia una figura realmente esistita storicamente.
Molte delle mitologie sono legate al mondo dei pescatori. Come lu Scijò, antica leggenda adriatica. Il suo nome è la forma dialettale di “tromba marina”. Secondo i racconti dei marinai sambenedettesi, personifica questo spaventevole fenomeno pronto a castigare i peccati dell’uomo. Questo mito è diventato, nei secoli, fonte d’ispirazione per componimenti e leggende del popolo di pescatori.
L’arte culinaria legata al mare
Che dire poi della tradizione culinaria di cui la città è ricca. È una gastronomia principalmente legata alla pesca. Quindi, al mare. Tra le specialità, il primo fra tutti è il famoso brodetto alla sambenedettese che nasce come tipica pietanza povera, legata alla vita di bordo dei pescatori. La sua origine deriva dall’abitudine dei pescatori di cucinare a bordo quella parte del pescato non destinato al mercato per la scarsa qualità. O per la pezzatura troppo piccola.
La pesca e la tradizione culinaria di San Benedetto del Tronto
Hanno una storia da raccontare anche la frittura di paranza, un gustosissimo secondo piatto di frittura di piccoli pescetti. Anche i bomboletti: altro non sono che le comuni lumachine di mare. Ma la sua preparazione vanta un ingrediente fondamentale, ovvero il finocchietto selvatico che a San Benedetto viene chiamato “bastardo”. Nello specifico, ha il potere di conferire al piatto un preziosissimo aroma e sapore. Poi, segue un’altra pietanza legata all’attività della pesca, le alici alla scottadito (“anghjò” in dialetto sambenedettese). Specificatamente è il pesce azzurro che un tempo era considerato materia prima povera. Ma oggi rappresenta un’eccellenza gastronomica.
Dunque, la città marchigiana non ha nulla da invidiare alle altre città marinare. Storie avvincenti e curiose, mestieri che raccontano intere generazioni, specialità culinarie dai sapori e dagli odori che rapiscono sono parte integrante del patrimonio culturale e della comunità sambenedettese. Impossibile non rimanerne conquistati!