In questi giorni tutta Italia è impegnata nell’osservanza di regole basilari per arginare il contagio da Covid-19. Se da un lato numerosi esercizi commerciali stanno facendo molto per trasmettere ai cittadini serenità, dall’altro si osservano comportamenti di non facile spiegazione, appellati più comunemente “psicosi”. Un esempio è la rincorsa a svuotare gli scaffali dei supermercati. Ne abbiamo parlato con lo psicologo romano Alessio Testani.
Psicosi coronavirus: cos’è e come agire
”Negli ultimi giorni la frase “evitare la psicosi” si sente dire sempre più spesso dai mass media in relazione all’epidemia del coronavirus. Questo perché le persone in preda all’angoscia in alcune zone d’Italia hanno manifestato comportamenti incivili come l’aggressione a un cinese a Torino o come approvvigionamenti ingiustificati, neanche fossimo alla vigilia della terza guerra mondiale”. Così afferma il Dr. Alessio Testani Psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana (S.P.I.) e International Psychoanalytic Association (I.P.A.). Ma cosa vuol dire “psicosi”?
“Freud nel suo lavoro “La perdita della realtà nella nevrosi e nella psicosi” (1924) dice che: “Nelle nevrosi una parte della realtà viene evitata con la fuga, nella psicosi essa viene ricostruita ex novo“. Espresso in altre parole ancora: la nevrosi non rinnega la realtà e semplicemente di essa non vuole sapere nulla. La psicosi invece rinnega la realtà e cerca di rimpiazzarla. Quindi la psicosi è un disturbo mentale che causa una percezione alterata della realtà. Ciò provoca forti sentimenti di ansia e agitazione che sfociano in veri e propri deliri e allucinazioni. Per tornare al coronavirus sembra eccessivo parlare di psicosi, ma molti comportamenti di cui si legge questi giorni, possono farlo pensare”.
La paura e la psicosi in queste circostanze: come nascono
A livello squisitamente psicoanalitico come nasce la paura in queste circostanze? “La paura o fobia etimologicamente è un timore irrazionale e incontrollabile di un oggetto o situazione percepita come estremamente minacciosa in assenza però di un pericolo reale. Freud ne parla già nel 1894 distinguendo tra normali paure (come del buio, della morte, delle malattie) e fobie che sono più invalidanti e hanno aspetti sintomatologici. Inoltre differenzia le fobie dalle ossessioni poiché queste ultime si caratterizzano per la compulsività (non presente nelle fobie) e sono originate da un ricordo traumatico o da un pensiero spiacevole. Quindi in questa situazione del coronavirus le persone si trovano a fronteggiare un nemico subdolo e invisibile e tutto ciò ne aumenta le insicurezze e le angosce”.
E la paura esagerata di contaminarsi? “Questa paura è frequente nei disturbi ossessivo-compulsivi. Si fonda sulla sensazione di avere confini labili nell’affrontare le emozioni scatenate da uno stimolo sgradevole. Inoltre la contaminazione si ricollega a una immagine di sé sporca, negativa. Infatti in persone con questo disturbo possiamo rintracciare sentimenti di colpa, vergogna e violazione dei confini“.
Amare e morire: le principali paure
“La paura d’amare e di morire sono paure ataviche su cui si sono confrontati anche filosofi e letterati” – spiega Testani. “Io ritengo che entrambe le paure siano caratterizzate da un denominatore comune: la perdita dei confini. Amare vuol dire rinunciare a una parte di noi stessi per donarla all’altro. Amare vuol dire anche perdersi nell’altro e poi ritrovarsi nello sguardo di chi amiamo. Quindi la paura d’amare è la paura anche di lasciarsi andare, di perdersi per poi ritrovarsi. La paura di morire nasconde spesso la paura di vivere. Molte persone spesso si riducono a non vivere per pensare alla morte. La morte ci mette inesorabilmente a confronto con il limite e questo può essere angosciante e intollerabile”- continua.
Vincere la paura: come fare
“La paura si vince affrontando costantemente ciò che la genera. Invece cresce esponenzialmente se si adottano strategie di evitamento o fuga. L’evitamento può portare perfino alla paura della paura. Questa di solito si ha negli attacchi di panico. Ma più in generale possiamo dire che quando in un individuo lo spavento è così forte e incontrollabile, egli cerca in tutti modi di non riviverlo. Praticamente mettendo in atto strategie e accorgimenti che determinano in breve un decadimento della sua qualità di vita. La persona che ha paura della paura passa molto tempo a pensare cose negative, a controllare il suo corpo, le sue emozioni e così facendo rischia di autogenerarsi la paura. Inoltre tutto ciò determinerà un crollo verticale dell’autostima”- continua lo psicologo.
“Per abbassare i livelli di paura, in casi come questo del coronavirus, è importante innanzitutto informarsi bene su questo virus e non andare dietro a fake news e notizie dai toni apocalittici. Occorre prendere tutte le precauzioni del caso e limitare gli spostamenti allo stretto necessario. Si tratta di una situazione in evoluzione continua e dobbiamo evitare che il contagio dilaghi. Siamo di fronte a qualcosa di mai visto prima e dobbiamo stare tutti in trincea. Inoltre se non si può andare al lavoro è molto utile impiegare il tempo in attività piacevoli da fare in casa, come la lettura, un film o qualsiasi cosa faccia star bene”.
#l’Italianelcuore