Referendum eutanasia legale

Primo suicidio assistito in Italia: ecco com’è stato autorizzato

Per la prima volta in Italia è stata concessa l’autorizzazione per un suicidio assistito medicalmente. Si è espresso favorevolmente il Comitato etico dell’azienda sanitaria di riferimento, in questo caso la Asur Marche. Sono state riscontrate le quattro condizioni evidenziate dalla Corte Costituzionale nella sentenza del 2019. Ciò rappresenta la base legale per approvare l’uso del farmaco letale.

Suicidio assistito: 4 condizioni

Quali sono i requisiti richiesti, legalmente parlando, per autorizzare il suicidio assistito? Eccoli elencati:

  • il soggetto è tenuto in vita unicamente dal trattamento di sostegno vitale
  • il paziente è affetto da una patologia irreversibile
  • sono riscontrate sofferenze intollerabili a causa della condizione medica
  • lui/lei è pienamente in grado di prendere decisioni libere e consapevoli

È dunque giunta l’ora di realizzare il proprio desiderio per Mario (nome di fantasia, ndr). Il suicidio assistito giunge come una liberazione per il camionista 43enne di Pesaro, divenuto tetraplegico dopo un grave incidente. La sua richiesta era stata avanzata da più di un anno. Ha ora ottenuto il via libera da parte del Comitato Etico dopo una lunga battaglia, favorita dalla sentenza sul cado di Dj Fabo.

Suicidio assistito, prima volta in Italia

Ad affiancare il paziente è stata l’associazione Coscioni, che ha di fatto reso possibile la realizzazione delle volontà di Mario, che ha dovuto lottare strenuamente per vedere riconosciuto il proprio diritto a una morte dignitosa, nel rispetto delle proprie decisioni: “Mi sento più leggero, mi sono svuotato di tutta la tensione accumulata in questi anni”.

Nello specifico aveva ricevuto un rifiuto da parte dell’Asur, così come una prima e seconda decisione definitiva del Tribunale di Ancona. L’Asur Marche lo aveva anche diffidato legalmente per ben due volte. Tutto è cambiato però dopo l’ottenimento del parere del Comitato etico, che ha verificato le sue condizioni fisiche e mentali, sfruttando un team di medici specialisti nominati dall’Azienda Sanitaria Unica Regionale Marche. È stato così confermato il possedimento dei requisiti necessari.

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Ecco le parole dell’avvocato Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Coscioni e co-difensore di Mario: “Ritengo sia molto grave che ci sia voluto tanto tempo. Per la prima volta però in Italia un Comitato etico ha confermato per una persona malata l’esistenza delle condizioni per il suicidio assistito”.

Si apre ora una nuova fase, conclusiva. Si procederà a dare risposta all’Asur Marche e al Comitato etico, in relazione alle modalità di attuazione. In questo modo si procederà al rispetto della sentenza Costituzionale e della decisione del Tribunale di Ancona. Mario e il suo team di legali si avvarranno di un esperto, così da studiare le modalità di autosomministrazione del farmaco idoneo. La sentenza affida alla struttura pubblica il solo compito di verificare tali modalità.

Perché è soltanto il primo caso

Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Coscioni, ha spiegato l’importanza di questa vicenda. La sentenza della Corte Costituzionale ha di fatto legalizzato il suicidio assistito. Fino ad oggi, però, nessun paziente ha potuto beneficiarne: “Il Servizio Sanitario Nazionale si nasconde dietro l’assenza di una legge che definisca le procedure. Mario sta comunque andando avanti grazie ai tribunali, rendendo così evidente lo scaricabarile in atto. Dopo aver smosso l’Azienda Sanitaria locale che si rifiutava di avviare l’iter, ora è stata la volta del Comitato Etico”.

Il tutto avverrà nella casa di Mario, secondo sua decisione. L’uomo avrà libertà assoluta di scelta. Potrà infatti anche decidere di non proseguire, cambiando parere pochi istanti prima. Ciò che conta è che legalmente sia autorizzato a farlo. Il processo avverrà senza l’intervento di alcun soggetto esterno.

Mario potrà somministrarsi il farmaco grazie all’uso del dito mignolo della mano destra, senza azioni mediche richieste. Finalmente potrà farlo in Italia, in un luogo a lui caro, nonostante ad agosto 2020 avesse ottenuto l’autorizzazione per farlo in Svizzera, dove il suicidio assistito è consentito. Finalmente le sue volontà sono state rispettate.

Fonte fotografia in evidenza: Referendum eutanasia legale-https://www.instagram.com/associazione_luca_coscioni/

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