È stato inaugurato lo scorso 10 dicembre a Canaro (RO) il MuViG, il Museo Virtuale del Garofalo. Uno spazio espositivo dove sono raccolte virtualmente le opere più significative di Benvenuto Tisi da Garofalo, artista celebrato anche dal Vasari.
Si tratta del primo museo virtuale in Italia dedicato interamente alla pittura. Un luogo dove arte e tecnologia si fondono dando vita ad un’esperienza unica.
MuViG: tra proiettori, libri virtuali e ricostruzioni 3D
Progettato da Olivieri Office, il MuViG si trova all’interno di quella che una volta era l’abitazione dello stesso Garofalo. Al suo interno è possibile, grazie ad un accordo con oltre 40 musei, ammirare le opere dell’artista sparse in tutto il mondo. Dal Louvre di Parigi al British Museum di Londra, passando per l’Art Institute di Chicago, gli Uffizi di Firenze e tanti altri.
Ma come funziona? Grazie a proiettori di ultimissima generazione, ricostruzioni dettagliate in 3D, interfacce interattive e libri virtuali. L’esperienza che si offre al visitatore è a 360°. Avremo la sensazione di trovarci dinanzi tutte le opere anche se lontane centinaia o migliaia di chilometri. E non mancheranno i Social Network, con la possibilità di condividere la propria esperienza direttamente sul web grazie alla tecnologia Beacon (Bluetooth Low Energy).
L’unico dipinto realmente presente è L’orazione dell’orto, concesso in prestito da un privato e fiore all’occhiello del museo.
Museo e tecnologia
Il MuViG è il primo museo virtuale in Italia, ma non il primo tentativo di legare tecnologia e cultura. Da anni infatti si stanno sperimentando sistemi all’avanguardia nel mondo del museo. Dalle app interattive per gli smartphone a coinvolgenti tour in 3D. Se immaginiamo gli addetti ai lavori nel campo museale come vecchietti nostalgici legati alla semplice didascalia ci sbagliamo di grosso. Chi cura gli allestimenti conosce bene l’influenza che la tecnologia ha nella vita di tutti i giorni. Ed è loro intenzione sfruttarla quanto più possibile, coinvolgendo anche grandissime aziende. Un esempio è il restauro della Galleria dell’Accademia di Venezia. Un progetto voluto dal MiBACT che ha visto la partecipazione di Samsung in qualità di co-finanziatore. Il colosso coreano ha curato la sezione tecnologica dell’esposizione, creando un vero e proprio viaggio multimediale nell’arte veneta del XVI e XVII secolo.