March - Landscape with green hills dominated by a rainbow

Marzo pazzerello

Iniziato solo da qualche giorno, rappresenta il passaggio verso la bella stagione. Porta con sé la primavera e la fine dell’inverno. Riaccende nuove forze vitali e chiude lo statico grigiore dei mesi precedenti. Ma attenzione a gridare vittoria troppo in fretta! È marzo, il mese pazzerello. Si esce con il sole ma si prende anche l’ombrello.

Un nome, una garanzia

Battezzato con il nome del Dio della guerra. Marzo è un omaggio a Marte. Una divinità dal temperamento di certo non facile. Come a dire, non era un tipo tranquillo piuttosto iroso e vulnerabile. Ma anche sinonimo di forza. Marte è infatti rappresentato con il rosso, colore del fuoco. Ed è in tutta questa simbologia che si ritrovano le peculiarità di questo mese.

Marzo - immagine di un fuoco acceso durante la notte in un prato

Marzo infatti ha dato nascita a numerosi proverbi. Ma proviamo ad andare per ordine. Tornando alla fondazione di Roma è nell’antico calendario di Romolo che marzo acquisiva un importante ruolo. Era infatti il primo mese dell’anno. Perché? Essendo Romolo nato dal Signore delle armi, si ritenne importante rendere omaggio a Marte. “Voglio che da te sia denominato il primo mese”. Così fu deciso. Ma marzo non prese solo il nome dal Dio della guerra bensì anche alcuni tratti del suo indomabile carattere.

Un temperamento irrequieto

Oggi marzo è il terzo mese dell’anno ma tanto in termini astronomici quanto astrologici è il primo. Del resto è in questo periodo che cade l’equinozio di primavera. E se pensiamo allo zodiaco, il segno dell’ariete apre il calendario. Ma il temperamento marzolino è irrequieto, esattamente come quello di suo “padre”. Capriccioso, imprevedibile e lunatico. Si entra nel mondo dei numerosi proverbi diffusi in tutta Italia. “Marzo pazzerello, guarda il sole e prendi l’ombrello“. “Quando marzo aprileggia, aprile matteggia”. “Marzo ventoso, frutteto maestoso”. Tantissimi altri i detti a descrizione di un mese che sa di primavera ma che bruscamente può farci ricordare il freddo dell’inverno. Ecco perché a chi è di carattere lunatico si domanda se per caso sia nato proprio in questo mese.

Marzo - immagine di stivali di gomma per la pioggia e ombrello

Così vulnerabile che alcuni dei suoi proverbi vennero cuciti a situazioni particolari. A chi non è capitato di avere un vicino un tantino scomodo? E allora si dice: “la neve marzolina viene la sera e va via alla mattina”. Così qualcuno, stanco di sopportare il dirimpettaio, pensò di adattare il detto. “Tanto durasse la mala vicina quanto dura la neve marzolina“. Ma a ricordare la forza di questo mese che passa attraverso il simbolo del fuoco è un proverbio campestre. “Far lume a marzo“. Diffuso tra i contadini questo detto indicava l’usanza di bruciare erbacce secche ma non solo. Ardevano anche i tralci della vite potata. La cenere prodotta sarebbe poi stata un ottimo fertilizzante per la terra. Ecco così che marzo vede sprigionata tutta la sua vitalità di risveglio della natura. Un’antica tradizione quella del fuoco che forse trae le sue origini dalla Roma d’un tempo. Le Vestali, sacerdotesse, accendevano il sacro fuoco quale omaggio a Vesta. Dea della terra che portava con sé tutti quegli aspetti legati alla rinascita. E così con il fuoco si inaugurava la vita del nuovo anno che non a caso si apriva proprio con il mese di marzo.

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