IT-Alert protezione civile

IT-Alert: cosa devi sapere, prossima data e risultati dei Test

Dopo cinque mesi di intensa sperimentazione su tutto il territorio italiano, la fase di test di IT-Alert si è finalmente conclusa con l’ultimo allarme scattato il 13 ottobre nella Provincia Autonoma di Bolzano, nel cuore del Trentino Alto Adige. Questo nuovo sistema di allarme pubblico, sviluppato con grande impegno dalla Protezione Civile, sta per entrare nella sua fase operativa, promettendo un’importante rivoluzione nella gestione delle emergenze e delle catastrofi naturali. Ma quando sarà attivo?

IT-Alert, tutti i dettagli

L’attesa sta per terminare. IT-Alert, con il suo distintivo suono, inizierà ufficialmente a funzionare a partire da febbraio 2024, offrendo un’efficace rete di avvertimento per la popolazione italiana. Questo sistema, che si basa sull’utilizzo di smartphone, è stato progettato per garantire un tempestivo avviso in caso di pericoli imminenti, consentendo a tutti coloro che posseggono uno smartphone di ricevere informazioni cruciali in tempo reale per la propria sicurezza.

Avvisi di IT-Alert – fonte sito ufficiale del test

La sperimentazione di IT-Alert ha interessato tutte le regioni italiane, con il primo test condotto il 28 giugno in Toscana. Nel corso dei cinque mesi successivi, l’allarme è risuonato in tutto il Paese secondo un calendario predisposto dalla Protezione Civile. Sebbene nella maggior parte dei casi la sperimentazione sia stata positiva, è naturale che si siano verificati alcuni inconvenienti tecnici. Alcuni utenti potrebbero non aver ricevuto la notifica, mentre per altri, il suono dell’allarme potrebbe non essersi mai arrestato. Inoltre, si sono verificati episodi in cui l’allarme è scattato in regioni sbagliate. Ad esempio, durante il test nel Lazio, l’allarme è stato emesso due volte, mentre in Campania si è riscontrato un problema con il questionario, in cui gli utenti hanno segnalato un messaggio di errore.

Gli obiettivi

L’obiettivo principale di IT-Alert è minimizzare l’esposizione individuale e collettiva ai pericoli, contribuendo così a salvare vite durante eventi catastrofici come:

  1. Maremoti causati da terremoti.
  2. Collasso di grandi dighe.
  3. Attività vulcaniche, con un focus sui vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli.
  4. Incidenti nucleari o situazioni di emergenza radiologica.
  5. Incidenti significativi in strutture soggette al decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105.
  6. Precipitazioni intense.

Nel corso della fase di test, la Protezione Civile ha incluso un questionario all’interno delle notifiche standard, composto da 24 domande. Alcune delle quali riguardavano aspetti tecnici, come la provincia in cui è stata ricevuta la notifica e l’orario di ricezione, mentre altre esploravano le reazioni emotive degli utenti di fronte a un sistema di questo tipo.

Nel corso dei mesi, circa 2,5 milioni di persone hanno compilato questi questionari, consentendo alla Protezione Civile di raccogliere preziosi dati che sono stati analizzati e utilizzati per migliorare il sistema. Questi dati, trattati in modo anonimo, saranno fondamentali per ottimizzare il servizio e renderlo il più efficace possibile in vista del suo lancio ufficiale, previsto per febbraio 2024.

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