Francesco Sauro:
lo speleologo in grado di cambiare il mondo
Grazie a Francesco Sauro, un altro pezzettino di mondo è entrato a far parte delle nostre mappe.
Sin dagli albori l’uomo ha sempre sentito il forte bisogno di spingersi oltre, di conoscere e di esplorare ogni angolo del suo pianeta. La curiosità caratterizza il nostro essere praticamente da quando siamo nati, e senza di essa oggi non avremo Internet, gli aerei o medici in grado di fermare un cuore senza uccidere il paziente.
L’apporto scientifico che l’esplorazione riesce a dare con ogni sua nuova scoperta è semplicemente fondamentale e, ancora oggi, esistono posti e luoghi inesplorati attorno a noi.
Il giovane speleologo italiano è infatti entrato nella storia della scienza, e non solo, per le sue recenti esplorazioni in Venezuela in quello che è considerato il più vasto sistema di grotte nelle quarziti al mondo, ovvero l’Imawari Yeuta.
Il 31enne padovano ha mappato oltre 22 chilometri di grotte, studiato le colonie batteriche e i minerali celati nelle profondità di quelle terre, rimaste praticamente inesplorate fino ad ora.
I suoi studi permetteranno di scoprire qualcosa di più sulla struttura di quelle immense caverne, la composizione mineraria e le origini della vita stessa. Questo perché il sottosuolo è di fatto considerato uno dei pochi luoghi ancora non contaminati del pianeta, rendendo le grotte il miglior serbatoio di informazioni inerenti al nostro passato. Il lavoro svolto in Venezuela ha impressionato gran parte degli specialisti del settore e convinto il Times a considerare Sauro uno dei dieci giovani (Millennials) in grado di cambiare il mondo.
Francesco si è così ritrovato dalle fredde e buie cavità del sottosuolo, alle calde luci dei riflettori attirando su di sé l’attenzione di tutta la comunità scientifica e non solo, regalandoci un’altra grande soddisfazione nell’essere italiani.
La scalata, anzi la discesa giusto per restare in tema, al successo dello scienziato padovano ha inizio già in tenera età, grazie ad una passione nei confronti della scienza e dell’esplorazione trasmessagli sin da piccolo.
Suo padre, di professione geografo, ha infatti insegnato all’Università ed esplorato, assieme ad un Francesco di soli 3 anni, i Monti Lessini nel Veneto, stimolando al figlio la voglia di affrontare il buio, conoscere e capire il mondo che lo circonda.
Già a tredici anni il piccolo Francesco partecipa così ad alcune spedizioni nel Veneto con il Gruppo Speleologico Padovano, diventandone poi socio. Esplora sin da giovane diversi sistemi montuosi e di grotte in tutto il Nord Italia e, successivamente, nel resto del mondo aggregandosi ad importantissime missioni come quella nelle grotte del Cristallo in Messico, dove ha dovuto fronteggiare ben 50 gradi e un tasso di umidità pari al cento per cento.
Oltre che all’esplorazione, le sue attività si estendono anche all’insegnamento.
Attualmente Sauro è impegnato con l’Agenzia Spaziale Europea dove tiene corsi rivolti ai giovani astronauti che si ritroveranno ad esplorare le oscure cavità dei corpi celesti. Inoltre, fino a poco tempo fa, il geologo padovano insegnava a contratto all’Università di Bologna, ma per mancanza di fondi non gli è stato possibile rinnovare il progetto obbligandolo ad abbandonare, almeno momentaneamente, l’attività di professore.
Secondo Francesco la vita da scienziato in Italia è molto più complicata che altrove. Le istituzioni non si sono mai dimostrate particolarmente interessate alle sue ricerche e se non fosse stato per un paio di associazioni come La Venta in Italia, il Theraphosa Exploring Team in Venezuela e l’aiuto dei governi esteri, il giovane speleologo probabilmente si sarebbe dedicato ad altro, lasciando ancora immerse nel buio quelle immense caverne venezuelane.