Festa di Sant'Agata a Catania

Festa di Sant’Agata: tre giorni di culto a Catania

Festa di Sant’Agata. Tre giorni intensi di culto, passione e folklore. La più importante festa religiosa della città di Catania. La terza più importante al mondo dopo la Settimana Santa di Siviglia e la Festa del Corpus Domini di Guzco in Perù. Una festa che racconta dell’amore dei catanesi per la Santa, della vergine e martire torturata da Quinziano e della splendida processione dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità Unesco.

Festa di Sant’Agata, dal 3 al 5 febbraio e il 17 agosto

La festa dedicata ad Agata è suggestione, misticismo e religioso spettacolo. La città di Catania si accende e onora la patrona. Il 3, il 4, il 5 febbraio e il 17 agosto per i festeggiamenti estivi, tutto si colora. Nel mese di febbraio si ricorda il martirio ad opera del proconsole romano Quinziano. Ad agosto, invece, il ritorno a Catania delle sue spoglie (trafugate e portate a Costantinopoli dal generale bizantino Giorgio Maniace come bottino di guerra). Il 3 febbraio si apre con la processione dell’offerta della cera, nata dal rapporto tra il devoto e la Santa per la richiesta di una grazia o per grazia ricevuta. Un’antica usanza vuole che il peso del cero corrisponda a quello del devoto. Successivamente le più alte cariche religiose e istituzionali della città sfilano lungo via Etnea, la via principale fino alla Chiesa di San Biagio in piazza Stesicoro.

Festa di Sant'Agata a Catania
Foto di Cristina Gatto

La processione, ancora, si chiude con le due carrozze del Senato, con a bordo il sindaco e altri esponenti del Comune di Catania. La conclusione avviene a Piazza Duomo. La sera, invece, è il momento più amato dai catanesi e dai turisti. Dalle 20:00, da piazza Duomo, si ammira lo spettacolo pirotecnico, seguito dal concerto in onore della Santa Patrona. La tradizione vuole che i fuochi d’artificio servano a svegliare la Santa, affinché possa prepararsi a ritornare tra le vie di Catania. Il 4 si inizia con la Messa dell’Aurora e la benedizione dell’Arcivescovo di Catania. Questo è il momento più toccante. Il busto reliquiario della Santa, dopo un anno di attesa, viene portato fuori dal sacello e consegnato ai devoti. Inizia la processione lungo un percorso esterno della città che si conclude con il rientro in Cattedrale in tarda notte.

Il 5 febbraio e il giro interno

Il 5 ha inizio con la Messa del Pontificale. Alle 17, dopo i fuochi, il busto reliquiario viene portato in processione per tutta la notte. Le Candelore (opere d’arte lignee di varie dimensioni e altezze e ognuna appartenente a una categoria di mestiere, quartiere o associazione) la precedono. La processione, con i devoti che tirano il fercolo tramite corde, si snoda per la via principale. A tal proposito, è bene segnalare il vestiario. I devoti, infatti, indossano un sacco bianco. Secondo la tradizione richiama la camicia da notte indossata il 17 agosto del 1126, quando  le reliquie di Sant’Agata tornarono a Catania.

Festa di Sant'Agata a Catania
“Via Etnea – 2009” by Leandro’s World Tour is licensed under CC BY 2.0 

Gli altri momenti salienti della giornata del 5 febbraio sono: i fuochi del Borgo; uno spettacolo pirotecnico che si svolge a notte inoltrata, nelle prime ore del 6 febbraio. La salita di Sangiuliano; il fercolo affronta una lunga salita su una pavimentazione in pietra lavica che presenta larghe fessure tra una lastra e l’altra. Il suggestivo Canto delle suore Benedettine; le suore intonano un canto in latino e offrono un omaggio floreale. La festa, infine, si conclude con il rientro in cattedrale. Il 12 febbraio, otto giorni dal giro interno, il busto reliquiario viene esposto per dare un ultimo saluto alla Santa.

Festa di Sant'Agata a Catania

La festa di Sant’Agata è un atto di fede, ma anche meraviglia e un modo per conoscere le tradizione di una città del sud. Per i giorni dei festeggiamenti vengono preparate delle vere e proprie delizie culinarie della cucina siciliana. Cassateddi di Sant’Aita e Olivette, dolci realizzati con la pasta reale. Le prime, dette anche minnuzze, fanno riferimento alle mammelle strappate alla santa durante il martirio. Le olivette, invece, si riferiscono ad un’antica leggenda. Agata, per scappare dagli uomini di Quinziano, si fermò a riposare. Proprio in quel momento comparve dal nulla un ulivo per ripararsi e per cibarsi. Un altro aspetto interessante della festa è quello delle ‘Ntuppatedde, rivendicazione di libertà e emancipazione femminile.

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