Elicottero vuol dire italianità! Per essere precisi, colui che pose le basi per ideare questo mezzo, fu Leonardo Da Vinci nel 1486.
Il più grande artista e inventore della storia, disegnò una macchina volante ad ali girevoli, per via dell’idea dell’elica; tuttavia molta acqua sarebbe dovuta passare ancora sotto i ponti, e direi nuvole nel cielo soprattutto!
Elicottero
Elicottero vuol dire davvero italianità, anche se in tanti all’estero ne rivendicano la paternità. L’invenzione dell’elicottero è tricolore! Riguardo il mondo del volo, le invenzioni dell’aeroplano e dell’elicottero, pur provenendo da una storia comune, hanno poi preso strade ben diverse. Lo studio del volo tramite due ali è proseguito in un modo; mentre quello che prevedeva il funzionamento di un’elica superiore ha avuto altri sviluppi tortuosi.
Con una certa sicurezza, a tal proposito, si può affermare che il primo che può essere classificato come un vero elicottero anche se embrionale è della fine dell’Ottocento. L’antenato dei nostri elicotteri moderni, è senza dubbio quello messo a punto dall’ingegnere italiano Enrico Forlanini nel 1877. Tutti i velivoli all’epoca erano delicati, basti pensare che all’inizio gli aerei erano di legno, molto instabili e fragilissimi. Il prototipo dell’ingegner Forlanini era un piccolo velivolo con un motore a vapore del peso di circa tre chili.
Corradino D’Ascanio e l’elicottero
L’elicottero di Forlanini riuscì a sollevarsi fino a circa 13 metri da terra, ma la sua struttura a vapore, non consentiva molta autonomia, né pilota. Dovremo attendere il 1907 per vedere sollevarsi da terra un bizzarro velivolo munito anche di pilota. Quell’anno, Paul Cornu realizza un altro prototipo con dei pedali, che azionavano delle eliche rotanti, ma si trattava quasi di un giocattolo.
Questo prototipo non aveva futuro, infatti, si sollevò da terra solo una trentina di centimetri, per poi piombare a terra rovinosamente. Insomma, dai tempi di Forlanini, o si era in stallo, o si regrediva sensibilmente. L’unico padre moderno dell’elicottero, è Corradino D’Ascanio. Il brillante inventore, è passato alla storia per aver ideato la vespa, che ha avuto un successo planetario con pochi precedenti. Nato nel 1891, da piccolissimo, attratto dalla scienza aeronautica, che era ai suoi esordi, sognava il volo.
Fratelli Wright
Iscrittosi al prestigioso Istituto regio superiore di Ingegneria di Torino, si laureò nel 1914 e pochi riuscivano a stare dietro alle sue idee avveniristiche. Forse D’Ascanio era troppo avanti per l’epoca. Nel 1906, dopo il volo dei fratelli Wright progettò e collaudò una sorta di deltaplano che fece volare con successo nelle colline abruzzesi. Durante la guerra Corradino D’Ascanio installò la prima radio su un veicolo e contribuì alla modifica di decine di biplani.
Per lui il volo era davvero un pensiero fisso. Molti i successi di quest’inventore visionario, che non sempre trovò mentalità aperte, capaci di sostenerlo. Evidentemente i tempi non erano ancora maturi. Geniali anche gli “elicotterini” di D’Ascanio per irrigare i campi, i progenitori dei droni odierni, nei quali all’inizio nessuno credette.
Ugo Veniero D’Annunzio
Una delle mosse vincenti dell’ingegner D’Ascanio fu senza dubbio quella d’aprire una società insieme con Ugo Veniero D’Annunzio; anch’egli ingegnere, figlio di Gabriele. Nacque così un piccolo velivolo su cui era montato il motore di una Harley Davidson. In quegli anni realizzò molte strutture e brevettò alcune nuove invenzioni. Finalmente, un giorno, sulla pista dell’aeroporto di Ciampino si alzò in volo il primo elicottero italiano perfettamente funzionante.
Era il D’AT3, progettato e costruito totalmente dall’ingegno di Corradino D’Ascanio, e guidato dal maggiore Marinello Nelli. Era l’8 ottobre del 1930, e la “macchina volante” italiana, conquista il primato di durata in volo di 8’ 45’’; il decimo record di distanza con 1.079 metri in linea retta, e il tredicesimo in assoluto. L’evento ebbe grande risalto sulla stampa, specie quello di diciotto metri d’altezza; primati che rimarranno imbattuti per alcuni anni.