David di Michelangelo, una bellezza italiana senza età

C’è qualcosa di profondo che lega la data del 9 settembre al geniale Michelangelo Buonarroti. Proprio il 9 settembre del 1501 Michelangelo prese in mano il suo scalpello e iniziò a tastare la durezza di un blocco di marmo. Da lì a qualche giorno, avrebbe iniziato a estrapolare il suo maestoso David.

David di Michelangelo

La scultura è alta 520 centimetri e rappresenta a tutti gli effetti il Rinascimento. A dire il vero, se parliamo di simboli, non possiamo tacere il fatto che insieme ad altre grandi opere come il Colosseo o la Torre di Pisa, il David di Michelangelo sia rappresentativo della cultura italiana.

La rappresentazione del David

Quando, all’inizio del 1504, Michelangelo concluse la scultura, il David venne posto in Piazza della Signoria a Firenze. Il proposito originario era quello di veicolare attraverso la sua maestosità anche la forza della Repubblica fiorentina. Questa, rappresentata proprio dal David, risultava sempre in allerta e pronta a contrastare le forze avversarie. Tant’è che l’opera di Michelangelo raffigura proprio la scena biblica in cui Davide si prepara allo scontro con il temibile Golia.

David di Michelangelo

La forza di un eroe era dunque simbolo della forza di Firenze: una repubblica coraggiosa pronta a difendersi da nemici apparentemente più forti. Il florido e aitante aspetto del David attrasse i fiorentini fin dal primo momento. La potenza della città era ben descritta dalla perfezione plastica della scultura. Inoltre, molti fiorentini repubblicani vollero leggere nella fierezza del David quella della democrazia contrapposta alla tirannide dei Medici. Tant’è che proprio quella bellezza fu immediatamente presa a esempio come ideale di perfezione maschile nell’arte.

Lo scultore e il suo David

L’inizio dei lavori di scolpitura sul David non furono rosei. Michelangelo si trovò innanzi a un blocco di marmo di qualità per nulla eccelsa. Si trattava di un materiale fragile e pieno di cosiddetti taroli, ossia fenditure e fori. Quel tipo di marmo, inoltre, era soggetto al fenomeno della cottura, vale a dire che la coesione dei cristalli tendeva ad allentarsi. Pare inoltre che neanche la forma del blocco fosse consona al lavoro che Michelangelo intendeva avviare. Era alto e stretto, friabile al punto che si temeva che non avrebbe potuto reggere il peso della scultura finita.

David di Michelangelo

Eppure Michelangelo non si tirò indietro. Considerò l’impresa alla stregua di una sfida. Infatti, come accennato in apertura, il 9 settembre del 1501 tastò la durezza del marmo. Qualche giorno dopo iniziò concretamente i lavori e un mese più tardi blindò l’area in maniera tale che nessuno potesse sbirciare. Innanzitutto coprí i taroli con malta di calce e stuccò le venature. Poi fece calare il sipario. Nulla si seppe di quella scultura fino al 23 giungo del 1503.

Verso la conclusione

Quel fatidico giorno Michelangelo fece aprire il recinto nel quale si era barricato da circa due anni. Il David, che ormai era quasi completo, poteva finalmente farsi ammirare dai curiosi. Nel maggio dell’anno successivo il David fu completato. Il genio di Michelangelo aveva dato vita alla leggenda. Il tutto per 400 fiorini! Dal 1910 in Piazza della Signoria vi è una copia del David che è conservato alla Galleria dell’Accademia di Firenze.

David di Michelangelo

Il David e i restauri

La longevità di questa scultura perfetta ha però conosciuto molti interventi di restauro. Gli interventi iniziarono nel 1512 per concludersi (e non in maniera definitiva) nel 2003.

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