Lo sapevate che le persone con gruppo sanguigno 0 potrebbero essere meno suscettibili al rischio di contagio da Covid-19? Non solo vaccini. La ricerca in questo periodo si sta misurando anche con altri studi, che sembrano rivelatori di nuove dinamiche sull’andamento del contagio. Questa che riguarda i gruppi sanguigni, e che era stata anticipata già qualche mese fa sembra trovare fondamento. Secondo la ricerca, quindi, i gruppi sanguigni A e AB potrebbero incorrere in gravi complicazioni legate alla malattia di questo periodo. Ma andiamo a scoprire meglio questo recente studio.
I gruppi sanguigni e il Covid, lo studio realizzato in Canada
A portare avanti questa convinzione legata alla diffusione del virus e i gruppi sanguigni è uno studio condotto in Canada. Secondo i ricercatori, quindi, il gruppo sanguigno influisce non solo sul contagio, ma anche sulla gravità della malattia e quindi del suo decorso. La ricerca è avvalorata da alcuni dati. Infatti gli scienziati dell’Institute for Clinical Evaluative Sciences di Toronto hanno condotto lo studio su 225.556 persone. Secondo la ricerca le persone analizzate e che avevano un gruppo sanguigno O o Rh negativo presentavano meno rischi o lo avevano contratto in forma leggera.
I dati sui gruppi analizzati
Dalla ricerca, quindi, è emerso che le persone di gruppo 0 avrebbero il 12 per cento in meno di possibilità di contrarre il coronavirus. E si arriva al 21 per cento se si ha l’Rh negativo. Non solo. Era inferiore al 13 per cento, rispetto agli altri gruppi sanguigni, il rischio di una forma grave di Covid-19 o di morte. Le parole dei ricercatori confermano questa ipotesi. “Chi ha gruppo sanguigno 0 potrebbe aver sviluppato anticorpi in grado di riconoscere alcuni aspetti del nuovo virus” alla Reuters lo ha detto Joel Ray del St. Michael’s Hospital di Toronto, coautore dello studio.
“Anche se abbiamo visto un’associazione statisticamente significativa tra gruppo sanguigno e malattia grave o morte – chiariscono i ricercatori-, si presumeva anche che avessimo correttamente identificato una malattia grave associata a Covid-19. Il nostro risultato composito non includeva il tromboembolismo venoso, che è una complicanza ben descritta di Covid-19. È anche interessante il fatto che il fenotipo e il genotipo del gruppo sanguigno O sia associato a un ridotto rischio di tromboembolia venosa, probabilmente perché i membri del gruppo O hanno livelli plasmatici inferiori”.
Uno studio simile era stato condotto qualche mese fa e con un risultato per certi aspetti uguale. A realizzarlo gli esperti dell’Odense University Hospital, dell’Università della Danimarca meridionale e dell’Università della British Columbia. I ricercatori avevano indagato sul potenziale legame tra il gruppo sanguigno e l’insorgenza, i sintomi e la gravità delle infezioni da Covid-19. E anche loro erano arrivati alle stesse considerazioni dello studio canadese sui gruppi sanguigni. E’ necessario, adesso, andare oltre e compiere un passo ulteriore. Secondo i ricercatori, infatti, questo studio sui gruppi sanguigni può essere determinante per un approccio migliore nell’affrontare l’emergenza sanitaria. Attraverso soprattutto una migliore diagnosi preventiva e quindi una cura adeguata.
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