Il Castello di Ricarolo Canavese si trova in provincia di Torino, in Piemonte, ed è noto con un nome ben preciso, “Malgrà”. Una denominazione che pare derivi dal fatto che l’imponente struttura venne realizzata malgrado l’opposizione dei Valperga. Questi erano oppositori di Martino di San Martino, signore di Rivarolo e Agliè, discendente di re Arduino. Fu questi a far edificare il Castello tra il 1333 e il 1336. Nel 1982 è divenuto proprietà del Comune di Rivarolo, impegnato in svariati interventi necessari per la tutela del bene storico. Sono stati effettuati svariati lavori di riparazione su coperture e infissi nel corso degli anni. Il ponte levatoio è stato sistemato, così come il piano terra dell’ala nord, oggi destinata alle esposizioni. A ciò si aggiunge, poi, un ampio restauro degli affreschi presenti.
Il fantasma del Castello di Rivarolo
Il Castello fu al centro di svariati contrasti tra le due famiglie, San Martino e Valperga, ma cela anche una drammatica storia di morte. All’interno della fortezza perse la vita una giovane donna. Una morte violenta giunta per mano di suo marito. Il carnefice portava il nome di Robino del Pino, noto per la sua ferocia e spregiudicatezza. Invaghito di una giovane donna, era solito tormentarla con le sue grossolane attenzioni. Molesto a dir poco, suscitò la reazione del promesso sposo di lei.
Robino lo uccise e rapì la ragazza, che venne costretta con la forza a sposarlo. Per lui la donna non era altro che un trofeo di caccia da esporre e, poco tempo dopo, conosciuta un’altra giovane, decide di liberarsi per sempre di sua moglie. Lei era divenuta un peso e incaricò uno dei suoi uomini di tagliarle la gola. La fanciulla non ebbe mai alcuna possibilità di difendersi in vita ma nella morte ottenne la propria vendetta. Il suo fantasma, racconta la storia, tormentava Robino costantemente. L’uomo non riusciva a chiudere occhio, assalito com’era dall’immagine della moglie con la gola tagliata. Un tormento senza pari che lo condusse, infine, al suicidio. Ancora oggi c’è chi sostiene d’aver visto il fantasma della donna aggirarsi di notte nei meandri del castello. I suoi abiti sono insanguinati e gli occhi sbarrati dal dolore. I suoi passi sono furtivi e la gola tagliata, con grida d’angoscia raggelanti a concludere questo incontro da brividi.
I fantasmi di Rocca Canavese
Gli appassionati di fantasmi avranno di che divertirsi nell’area. Poco distante dal Castello di Rivarolo, infatti, si trova Rocca Canavese. In molti sostengono vi siano ben tre fantasmi a infestare l’area del torrente Malone.
Si tratterebbe degli spiriti vaganti delle sorelle Elide e Alicia, insieme con la madre Maura. Alcuni testimoni descrivono le giovani come slanciate, alte e dalla capigliatura rosso ramato. Al centro del viso, poi, spiccano degli occhi verde intenso. La madre avrebbe, invece, un abito color avorio, capelli biondi raccolti e occhi azzurri. Una leggera luminosità pare le circondi, ponendole in chiaro risalto. Pare avessero aperto un salotto intellettuale nella loro abitazione. Un luogo divenuto di grande fama tra i gentiluomini dell’epoca. Dei banditi si introdussero di notte nell’abitazione, a caccia di soldi e gioielli. La colluttazione che ne seguì generò un incendio che in breve divorò la casa e le tre donne.
Fonte fotografia in evidenza: Castello Malgrà, Rivarolo Canavese – Laurom – CC BY-SA 3.0
2 commenti su “Il Castello di Rivarolo Canavese rosso sangue: quattro fantasmi da scovare”
Amo 😍
Wow!!!