Per la prima volta al mondo un robot chirurgico interviene su una paziente sveglia. L’intervento è stato eseguito in Italia, all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, nel reparto di Urologia universitaria. Il robot ha asportato un tumore maligno ad un rene di una paziente che per tutta la durata dell’intervento è rimasta vigile e presente. L’intervento è durato circa due ore. Il tumore è stato asportato completamente, salvando il rene.
Il caso riguarda una donna di 62 anni che in passato aveva già sconfitto un altro tumore a un polmone. Ora si trovava “a convivere con una massa al rene che continuava a crescere e che non poteva essere asportata. Il rischio operatorio era troppo elevato a causa dei suoi problemi respiratori” come spiega la Città della Salute che ha comunicato la notizia. Un problema difficile da affrontare e che sembrava senza via d’uscita.
Eccezionale intervento con un robot chirurgico alle Molinette di Torino
“Avevo fatto diverse visite in centri di eccellenza italiani dove mi avevano detto che l’unica terapia era l’asportazione della massa”, afferma la signora nella nota. “Ma gli anestesisti mi prospettavano un rischio dell’80% di non risvegliarmi dall’intervento”. Presa dalla disperazione, la paziente si rivolge all’ospedale Molinette di Torino. La massa renale era molto profonda e negli ultimi mesi era cresciuta in modo significativo superando i cinque centimetri. L’intervento rivestiva ormai un carattere di urgenza sia per il rischio di diffusione del tumore sia per l’impossibilità ad asportare solo la massa salvando il rene se fosse cresciuto ancora. Un caso complesso. La tecnologia robotica appariva come l’unica soluzione, ma non era stata mai sperimentata prima in un paziente sveglio.
La chirurgia “tradizionale” troppo rischiosa per la paziente
Spiega il professor Paolo Gontero, direttore dell’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette: “Quando ho esaminato la documentazione, ho detto subito alla paziente che il caso era oltremodo complesso. La chirurgia robotica era l’unica tecnologia che ci avrebbe permesso di asportare un tumore di quelle dimensioni in modo mini-invasivo salvando il rene. Non si era mai operato un paziente sveglio con questa tecnica, non potevo quindi garantire la fattibilità dell’intervento”.
“La scelta del sistema robotico Da Vinci – ha aggiunto – era obbligata poiché non ritenevo sicuro dal punto di vista oncologico adottare la tecnica laparoscopica pura per il rischio di “diffondere” il tumore, trattandosi di una “massa a contenuto liquido” in una paziente che rischiava di muoversi durante l’intervento. Per contro, la chirurgia “tradizionale” a cielo aperto esponeva ad un rischio troppo alto di complicanze”.
Paziente sveglia ma immobile grazie ad un’anestesia periferica ottimale
Il dottor Roberto Balagna, direttore dell’Anestesia Rianimazione ospedaliera delle Molinette, e il professor Luca Brazzi, direttore dell’Anestesia Rianimazione universitaria si sono coordinati pianificando l’intervento. Il problema cruciale era riuscire ad ottenere un livello di anestesia periferica ottimale in modo che il paziente non solo non avvertisse dolore ma restasse comunque sveglio ed immobile durante tutto l’intervento. In caso contrario, i bracci di lavoro rigidi del sistema Da Vinci non avrebbero potuto operare in sicurezza. Il mancato raggiungimento di questi obiettivi avrebbe implicato la necessità di ricorrere ad una anestesia generale. In questo caso la paziente avrebbe corso il rischio di non risvegliarsi più.
Fabio Gobbi dell’équipe di Balagna e Paola Rampa dell’équipe di Brazzi sono gli anestesisti che hanno accolto la donna in sala operatoria. Anche qui una tecnica innovativa: il dottor Gobbi ha praticato un “blocco anestetico spinale toracico continuo”, rendendo così la paziente “insensibile” nella zona del rene. Ha condotto l’intervento lo stesso professor Paolo Gontero coadiuvato dai dottori Marco Oderda e Giorgio Calleris. Il tumore maligno è stato asportato completamente, nonostante le sue grandi dimensioni (superava i 5 centimetri) e la sua crescita in profondità. Il rene è stato salvato. Grande emozione da parte di tutti in sala operatoria quando il professor Gontero ha comunicato la riuscita dell’intervento. “Abbiamo dimostrato per la prima volta al mondo – ha detto – la fattibilità dell’utilizzo della tecnologia robotica a paziente sveglio”.
Fotografie gentilmente concesse dall’ufficio stampa dell’Ospedale Molinette di Torino.