Cinque regioni in zona arancione, il resto della Penisola in zona gialla, in tre regioni scuole aperte. Nuovi provvedimenti contro la movida. Questo il quadro all’inizio della settimana e che riguarda la situazione dei contagi in Italia. La pandemia non intende arretrare. E nonostante i numeri rassicuranti sulla vaccinazione, che collocano l’Italia come secondo paese in Unione europea per dosi somministrate, purtroppo lo spettro della terza ondata è dietro l’angolo. Le restrizioni adottate dal governo, in sinergia con le regioni, sono la conseguenza dei comportamenti assunti durante le festività. Troppi contagi, troppi morti, terapie intensive di nuovo al collasso. E allora si cerca di correre ai ripari e di sollecitare la popolazione alla prudenza.
Le regioni a rischio, i provvedimenti del governo
I numeri alti dei contagi hanno spinto il governo ad adottare i provvedimenti più stringenti per Calabria, Emilia-Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto. Queste cinque regioni resteranno in zona arancione, con tutte le regole che in molti già conosciamo. Le conseguenze più stringenti riguardano soprattutto il mondo della scuola. In didattica a distanza non solo le superiori ma anche la primaria e la secondaria di primo grado. Scuole aperte soltanto in Valle d’Aosta, Toscana e Abruzzo. I divieti comunque restano ovunque: non ci si può spostare tra regioni, salvo che per esigenze lavorative, motivi di salute o rientro nelle proprie abitazioni, domicili o residenze.
Sul tavolo del governo nuovi provvedimenti, a breve regioni in zona rossa
Ma se aumentano i contagi ulteriormente il governo sta valutando nuove restrizioni. Infatti si ipotizza che qualora l’incidenza settimanale dei casi superi i 250 casi ogni centomila abitanti, la Regione è automaticamente in zona rossa. A sollecitarlo sarebbero stati il Comitato tecnico scientifico e l’Istituto superiore di Sanità. Provvedimento ancora in discussione ma che sta provocando già le prime prese di posizione. “Quel limite non l’ha chiesto nessuna regione – sottolinea il presidente dei governatori, Stefano Bonaccini – e, se volete la mia impressione, non entrerà fra quelli utilizzati per decidere la colorazione o lo spostamento delle Regioni”. A far paura è la movida che nel fine settimana diventa luogo di assembramenti in ogni regione.
Il nuovo decreto dovrebbe essere pronto giorno 16. Le misure stringenti riguarderebbero comunque tutte le regioni: sarebbe vietato l’asporto dai bar a partire dalle 18; e ancora divieto di spostamento tra regioni anche nelle zone gialle. Una buona notizia riguarderebbe l’istituzione di una “zona bianca” solo per quelle regioni con un Rt sotto 0.5, dove poter riaprire tutto senza limitazioni.
Le regole che restano
Le ipotesi al vaglio di Palazzo Chigi sono in evoluzione. Ma l’obiettivo è comunque quello di evitare la terza ondata, che purtroppo visti i casi registrati in molte regioni in aumento, sembra ormai vicina. Resterà la norma di poter raggiungere an che una sola volta al giorno e per un massimo di due persone amici o parenti. Restano chiusi invece gli impianti da sci, coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino. Chiuse palestre e piscine, così come teatri, musei e cinema. Si possono fare passeggiate o attività motoria all’aperto ma da soli. Invece sono vietati tutti gli sport da contatto, anche all’aperto.
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