Un insediamento umano risalente al Paleolitico sul versante orientale del Parco nazionale del Pollino? Nel cuore della Calabria una scoperta di cui molti stanno parlando. E se gli studi continueranno a confermarlo si tratta di un ritrovamento archeologico straordinario che riscrive la storia di questo luogo. Di cosa stiamo parlando? Dei resti umani rinvenuti durante una campagna di scavi a San Lorenzo Bellizzi, nella Grotta di Pietra Sant’Angelo a 854 metri sopra il livello del mare.
Resti umani ritrovati sotto un cumulo di pietre
A dare notizia di questa straordinaria scoperta è stato il Centro Regionale di Speleologia “Enzo dei Medici”. Il gruppo da alcuni anni fa parte del team che si sta occupando della campagna di scavi sul sito. “Il sospetto è nato timidamente nel 2017 – scrivono nella nota stampa diffusa-. Poi è rimasto vivo, rafforzandosi, nel 2018. Infine, nel 2019, gli sguardi parlavano da soli, senza che gli studiosi si scambiassero una parola. Sotto quel metro circa di sequenza neo-eneolitica, contenente una sepoltura miracolosamente conservatasi in buone condizioni, c’era qualcos’altro che rimandava ad un’antichità che si spingeva molto indietro nel tempo”.
Rinvenuti due focolari accesi a poca distanza dall’ingresso della grotta. E vi erano schegge di selce mescolate a resti di fauna, probabilmente avanzi di pasto. Avviate anche le datazioni radiocarboniche per trovare le prime conferme, che sono presto arrivate. “Se il giovane individuo inumato – un maschio di 30-35 anni – era stato sepolto nella grotta attorno a 7000 anni fa – dicono i ricercatori -, i focolari scoperti più in basso rimandavano a frequentazioni umane ancora più antiche, la prima inquadrabile attorno ad 11.000 anni fa, la seconda a 14.000”.
I resti risalirebbero all’età paleolitica
La campagna di scavo avvitata nel 2017. E’ una collaborazione tra i ricercatori delle Università degli Studi del Molise e di Bari. Intesa, sostenuta anche dal Comune di San Lorenzo Bellizzi, dal Parco Nazionale del Pollino e della Regione Calabria. E se le ricerche continueranno chissà che questa zona non possa diventare meta di un turismo archeologico alla scoperta dell’antica storia del territorio. Il Parco nazionale del Pollino è già una delle tappe scelte da tanti visitatori che amano la natura. Ma questo aspetto legato all’archeologia è senza dubbio un arricchimento.
I resti risalirebbero ad un uomo vissuto oltre 7 mila anni fa. Trovati anche resti di ceneri e carboni riconducibili a focolari molto più antichi rispetto alla sepoltura. “Un progetto sostenuto anche dal Parco Nazionale del Pollino e dalla Regione Calabria – ha detto il sindaco di San Lorenzo Bellizzi, Antonio Cersosimo -. Che, porterà di certo presto a nuove scoperte. Una bella soddisfazione per i risultati scientifici che stanno emergendo e che contribuiranno a scrivere nuove pagine sulle frequentazioni umane del Pollino Orientale e non solo”. Una scoperta senza dubbio straordinaria. E ci auguriamo che le ricerche possano portare alla luce altre meravigliose testimonianze del passato.
Le immagini sono tratte dalla pagina Facebook del Centro Regionale di Speleologia “Enzo dei Medici”