Raffaello Sanzio, conosciuto anche con il nome di Santi, nasce nel 1483 a Urbino, importante centro d’arte a quei tempi. Figlio d’arte, suo padre Giovanni lavora in una bottega ma lo lascia a undici anni, a soli tre anni di distanza dalla scomparsa della madre.
Raffaello Sanzio cresce di pari passo con la sua fama e raggiunta la maggiore età entra in contatto con figure ben note, tra cui il Pinturicchio. A 21 anni si trasferisce a Firenze, culla dell’arte italiana nonchè modello di riferimento per artisti stranieri. In questo periodo il pittore realizza opere a cui si mostra particolarmente legato, tra cui la serie delle Madonne col bambino, uno dei suoi soggetti preferiti. Basta citare il trittico de La Madonna del belvedere, La Madonna Esterasi e La Madonna del cardellino per riportare in auge alcuni delle opere più celebri.
La consacrazione e il successo
Papa Giulio II lo chiama a Roma dopo pochi anni, consacrando l’attività di Raffaello Sanzio che partecipa alla realizzazione delle stanze del Vaticano. È così che nasce una delle opere più importanti che sarà fonte di ispirazione per i posteri: La scuola di Atene.
Curioso notare come tra i protagonisti di tale opera si celano in realtà noti personaggi dell’epoca, tra cui Michelangelo, sotto le vesti di Eraclito, che appare seduto al centro in un momento di riflessione. Possiamo scorgere anche Leonardo Da Vinci, il quale si nasconde sotto l’identità di Platone e Bramante, che ha le sembianze di Euclide.
Oltre ad essere un grande pittore, tanto da far aspettare anche per lunghi periodi i suoi committenti data l’imponente mole di lavoro, Raffaello Sanzio è un architetto. Il suo nome appare tra gli altri nel progetto della Basilica di San Pietro in Vaticano.
Lo Sposalizio della Vergine costituisce un esempio lampante delle sue abilità nonché la prima opera che mostra in calce la sua firma. Altri titoli che strizzano l’occhio all’eccellenza sono La resurrezione di Cristo, Le Tre Grazie e La Trasfigurazione, ultima opera rimasta incompiuta e terminata da Giulio Romano.
Il Raffaello Sanzio enigmatico
Una delle caratteristiche più peculiari della sua pittura è l’enigmaticità dello sguardo. Per apprezzare la bellezza delle sue opere non bisogna essere per forza intenditori d’arte. Se ci trovassimo al centro di una stanza piena di dipinti appartenenti a nomi ed epoche diverse, molto probabilmente saremmo in grado di riconoscere la sua mano. Per capirlo basta osservare La Fornarina, donna dal sorriso timido ed enigmatico in un corpo di porcellana.
Raffaello Sanzio ci abbandona all’età di 37 anni ed oggi il suo corpo giace a Roma, nel Pantheon. Muore nel giorno del suo compleanno, il venerdì santo del 6 aprile 1520. Si racconta che quel giorno le stanze del Vaticano che lo avevano reso così celebre furono mosse da una violenta scossa e che il cielo si tinse di nero.