“Fra poco sarà il 25 aprile. Una data che è parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita”. (Enzo Biagi, “La mia Italia che non si arrende”. Corriere della Sera 2007). Sono passati 76 anni da quel 25 aprile 1945 in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) incitò le forze partigiane del Nord all’insurrezione contro l’occupazione tedesca in Italia. La Seconda guerra mondiale, ormai agli sgoccioli, aveva lasciato dietro di sé soltanto morte e distruzione. Quell’incubo sarebbe dovuto finire presto, con la ripresa della libertà da parte di quell’Italia che non si è mai arresa al nazifascismo. Proprio in quel giorno, Sandro Pertini esortò l’Italia allo sciopero generale con lo storico proclama “Arrendersi o perire” dai microfoni di Radio Milano Liberata. Da allora il 25 aprile diventò per l’Italia un simbolo di speranza.
Così nacque la Festa della Liberazione, per ricordare come la “peggiore delle democrazie sia migliore di tutte le dittature” (sempre per citare Sandro Pertini). Nel 1946, con decreto firmato da Alcide De Gasperi venne stabilito che il 25 aprile sarebbe divenuto festa nazionale (la legge 269,1949 ne ufficializzò la data). Purtroppo però non sempre si è colto il meraviglioso significato del 25 aprile. Negli anni, infatti, in molti hanno considerato questo giorno come “divisivo”. Non c’è nulla di divisivo nella libertà conquistata con il sangue dei tanti partigiani che hanno amato questo paese, fino a sacrificare la loro vita per liberarlo dagli oppressori. Sono tanti i discorsi a tema che puntualmente tornano ogni anno (come ad esempio se insegnare o no “Bella ciao” ai bambini delle scuole). Fortunatamente però questi muoiono già il 26 aprile, quando le polemiche sulla Festa della Liberazione tornano nel dimenticatoio (fino all’anno successivo).
25 aprile 2021: un’altra Festa della Liberazione ancora sotto il segno del Covid-19
Quest’anno, proprio come nel 2020, la Festa della Liberazione sarà celebrata un po’ “sottotono” a causa delle restrizioni per arginare la pandemia da Covid-19. Come sempre verrà deposta una corona d’alloro sulla tomba del Milite Ignoto alla presenza di Sergio Mattarella (nel suo ultimo anno come Presidente della Repubblica). Purtroppo però non potranno essere organizzati festeggiamenti solenni nel resto d’Italia, dal momento che tutto il paese si trova in zona rossa e arancione. È più probabile che gli italiani scelgano di festeggiare come già accaduto nel 2020, ovvero intonando dai balconi il canto dei partigiani. Da Nord a Sud, le note di Bella Ciao potrebbero riecheggiare in tutta Italia, per stringerci in un “abbraccio alternativo” e ricordare insieme il giorno in cui l’Italia riprese in mano la propria libertà e ricostruì una nuova storia sotto il segno della democrazia.
Oggi il nuovo “nemico” da sconfiggere, che ha causato migliaia di vittime in Italia e nel mondo è il Covid-19. La migliore arma per sconfiggerlo è il vaccino. Aprile potrebbe essere un mese cruciale, ora come allora, per liberare il paese da questo male invisibile. Bisogna quindi rispettare le regole e attendere fiduciosi l’arrivo dei vaccini. Solo così potremmo raggiungere al più presto l’immunità di gregge e tornare a riprenderci le nostre vite, finalmente liberi dal Covid-19.
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